Ultima modifica: 21 Dicembre 2019

Progetto Sperimentazione Scuola Comunità

Formazione 2019/2020

IL PROGETTO DI SPERIMENTAZIONE 

SCUOLA – COMUNITÀ

Scuola dell’Infanzia e Primaria

EX ART. 11 del DPR 275/1999

 Allegati
all_1_1 competenze di cittadinanza obbligo

all_1_2 competenze chiave eu

all_2 problem solving OCSE PISA

all_3_1 programmazione 5-6 anni

all_3_2 curricolo 5 anni 2011

all_4 parere Comune di Bagno a Ripoli

all_5 parere regione Toscana

app_1 quadro di riferimento normativo e teorico

app_2 flessibilita organizzativa e continuita didattica

app_3 proiezione quinquennale delle risorse in organico

Indice

  1. GENESI
  2. OBIETTIVI
  3. FLESSIBILITÀ ORGANIZZATIVA
  4. FLESSIBILITÀ ORGANIZZATIVA E TEMPO SCUOLA
  5. ORGANISMI DI SUPPORTO E SVILUPPO
  6. PARTNERSHIP
  7. MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEGLI APPRENDIMENTI
  8. DELIBERE E VALIDITÀ

1. GENESI

La storia della scuola di Bagno a Ripoli è caratterizzata da un’autonoma attività di ricerca e di innovazione didattica, fortemente richieste e sostenute sia dai genitori degli alunni, sia dall’Ente Locale unico a cui fa riferimento.
In particolare, costituiscono capitoli significativi di questa storia:

  • i primi progetti sperimentali di tempo pieno ( anni 1960-1983)
  • la sperimentazione ministeriale sulla continuità educativa dai 4 agli 8 anni ( anni 1982-1986)
  • la sperimentazione sull’infanzia A.S.C.A.N.I.O. ( anni 1987- 1993)
  • la sperimentazione ministeriale sull’anticipo dell’obbligo a cinque anni e la continuità tra scuola dell’infanzia e scuola primaria ( anni ’97/ ’98).

A seguito dell’intervento del D.P.R. n. 275/ ’99, queste innovazioni, prima sostenute come sperimentazioni sulla base della L n.820/’71 e del DPR n. 419 /’74, sono proseguite in regime di autonomia scolastica prevedendo anche interventi sul piano del tempo scuola sulla base della Legge Delega n.59 /’97 (Legge “Bassanini) –(art n. 21 – commi  8, 9) e del D.P.R. n. 275/ ’99 –Regolamento recante norme in materia di Autonomia delle istituzioni scolastiche”- (artt. 4,5,6,7,11).
Ciò fino alla emanazione del DPR 20 marzo 2009, n. 89, “Revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione ai sensi dell’articolo 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133” che nell’art. 4 pone vincoli in merito di tempo scuola.
Si pone quindi la necessità di regolamentare, in regime di sperimentazione ex art 11, l’assetto di innovazione praticato nella scuola.

Per un approfondimento si consulti l’appendice 1:  “contesti di riferimento normativi e teorici”.

In merito si sottolinea che tutte le innovazioni:

  • hanno costituito passaggi significativi nella costruzione di un laboratorio pedagogico locale che ha contribuito ad elevare la professionalità docente sia in termini di competenze che di condivisione collegiale dei percorsi formativi
  • definiscono tuttora il curricolo della scuola e hanno l’obiettivo di garantire una formazione del bambino il più unitaria possibile, sia dal punto di vista cognitivo che socio –affettivo, nell’ottica di educare ai valori di una cittadinanza attiva e promuovere una significativa integrazione tra scuola e territorio, quindi di garantire una didattica innovativa sul piano metodologico capace di integrare e supportare lo sviluppo di apprendimenti disciplinari e competenze trasversali.

2. OBIETTIVI

All’interno di un articolato modello didattico, la sperimentazione consegue i seguenti obiettivi generali:

  • Un equilibrato sviluppo delle competenze chiave di cittadinanza così come declinate nel decreto ministeriale 22 agosto 2007, n. 139 concernente il “Regolamento recante norme in materia di adempimento dell’obbligo di istruzione”; soprattutto nella parte “Competenze chiave di cittadinanza da conseguirsi al termine dell’istruzione obbligatoria”, assumendo anche come riferimento la “Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio” del 18 dicembre 2006 relativa a competenze chiave per l’apprendimento permanente (2006/962/CE). (Allegato 1)
  • Il potenziamento dei “traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola primaria” riferite a tutte le aree disciplinari così come descritte nelle “Indicazioni per il curricolo per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo di istruzione” e delle competenze di problem solving così come definite in “Pisa 2012 field trial problem solving framework, Draft subject to possible revision after the field trial”. (Allegato 2)
  • Il miglioramento dei risultati nei processi di apprendimento tra i 5 anni della scuola dell’infanzia e il primo anno di scuola primaria con l’assunzione del Decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 89 “Revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione ai sensi dell’articolo 64, comma 4, del Decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, attraverso lo sviluppo in due anni di un curricolo che anticipa i pre-requisiti fondamentali per la successiva introduzione degli apprendimenti più strutturati, gestendo in modo più adeguato anche gli eventuali anticipi di ingresso alla scuola primaria. (Allegato 3)

Gli obiettivi di cui sopra sono realizzati attraverso due azioni istituzionali:

  • la prima in regime di autonomia scolastica, come al punto 3,
  • la seconda in regime di sperimentazione ex art 11, come al punto 4.

3. FLESSIBILITÀ ORGANIZZATIVA

In regime di autonomia, la scuola garantisce attraverso un progetto di innovazione metodologica e organizzativa:

  • un progetto di mobilità sociale con il rimescolamento dei gruppi classe, a partire almeno dalla classe 3° e docenti che operano per team “allargato” su classi  parallele con pari corresponsabilità su tutti gli alunni;
  • un progetto biblioteca che prevede, con il sostegno dell’Ente Locale, l’adozione di materiale alternativo al libro di testo unico; 
  • un progetto di laboratorio permanente che prevede un ambiente di apprendimento in aule ad architettura variabilecon la gestione degli spazi della classe sul modello del progetto “Scuola senza zaino” con l’allestimento dell’aula senza banchi e cattedre e un arredo variabile in relazione alla tipologia di attività svolta, che comprende la gestione del pranzo nelle classi anche come spazio didattico con il servizio di sporzionamento ai tavoli di classe, gestito anche con il contributo dell’Ente Locale; nonché l’organizzazione giornaliera e periodica di routine didattiche strutturate che consente la gestione di un comune curricolo implicito tra tutti i docenti;
  • la realizzazione di laboratori per l’orientamento attitudinale centrato sulle educazioni.

Per un approfondimento si consulti l’appendice 2:  “Articolazioni del progetto flessibilità organizzativa e continuità didattica”.

4. FLESSIBILITÀ ORGANIZZATIVA E TEMPO SCUOLA

In regime di sperimentazione, la scuola richiede l’attivazione di due progetti di innovazione metodologica e organizzativa inerenti:

a) un progetto di continuità educativa tra scuola dell’infanzia e scuola primaria
b) la gestione di un tempo scuola che garantisca il progetto di continuità educativa e i progetti di cui al punto 3.

a) Il progetto di Continuità educativa interessa il passaggio tra la scuola dell’Infanzia e la scuola primaria: un insegnante della scuola primaria è in prestito professionale, per tutta la durata dell’anno scolastico, nella classe dei 5 anni e un insegnante della scuola dell’infanzia in prestito nella prima classe della scuola primaria. Entrambi operano in coppia, nelle rispettive classi, con un insegnante dell’ordine di scuola proprio alle classi. Il modello adottato prevede l’introduzione graduale e intenzionale dei cambiamenti relativi al nuovo ordine di scuola da sviluppare in un periodo di tre anni:

Cosa rimane invariato per i bambini

 Nei 5 anni

  • Un insegnante di scuola dell’infanzia
  • Gruppo dei compagni
  • Ambiente scolastico

Nei 6 anni

  • Il team rimane composto dai due insegnanti dell’anno precedente ( 1 dell’infanzia e 1 della primaria)
  • Il gruppo dei compagni di classe
  • Il curricolo

Nei 7 anni

  • L’ insegnante di scuola primaria che i bambini hanno fin dai 5 anni
  • Ambiente scolastico

Negli 8 anni

  • Ambiente
  • Il team è composto dagli insegnanti dell’anno precedente
Cosa cambia per i bambini

Nei 5 anni

  • Un insegnante di scuola primaria affianca il collega della scuola dell’infanzia
  • Variazioni dei tempi e organizzazione della giornata scolastica
  • Il curricolo (si incomincia a lavorare sui pre-requisiti della letto-scrittura e del numero)

Nei 6 anni

  • L’ambiente scolastico
  • Graduale cambiamento dei tempi e ritmi della giornata
  • Rapporto con compagni e adulti nuovi presenti nel plesso.

Nei 7 anni

  • Cambiamento di un insegnante. Il team viene formato da due insegnanti di scuola primaria

Negli 8 anni

  • I 4 insegnanti del team adottano il modello paritario (ove si formano 2 classi parallele)
  • Rimescolamento dei 2 gruppi-classe (ove si formano 2 classi parallele)

Per un approfondimento si consulti l’appendice 2:  “Articolazioni del progetto flessibilità organizzativa e continuità didattica”.

b) Tutto l’impianto, il progetto continuità e i progetti di cui al punto 3, richiedono un tempo scuola che preveda la presenza di due insegnanti per classe.
Riconoscendo l’impossibilità di un aumento di organico con l’estensione a tutte le nuove classi del tempo pieno, sommando le risorse assegnate ad un tempo scuola di 27 ore con quello di 40 ore, occorre prevedere l’articolazione del tempo-scuola in modalità diverse da quelle previste dal DPR 20 marzo 2009, n. 89.

In dettaglio.

  • Per l’anno scolastico 2012/2013 la sperimentazione comporta:
    • l’assegnazione alla scuola di un organico pari a quello necessario a garantire continuità di tempo pieno a 40 ore settimanali alle 17 classi che già ne usufruiscono e due classi (una in entrata l’altra entrata lo scorso anno) a 27 ore
    • la possibilità per la scuola di offrire un tempo scuola di 37 ore per le classi prime e seconde sommando le risorse in organico disponibili.
  • Per l’anno scolastico 2013/2014  prevedendo l’uscita di 4 classi a tempo pieno e l’ingresso di non più di 4 prime, tutte le classi prime saranno a tempo pieno, mentre le classi seconde e terze a 37 ore.
  • Nell’anno 2014-2015 tutte le classi del primo biennio e le 5° saranno a 40 ore, tutte le classi del secondo biennio a 37 ore.
  • A regime, dall’anno 2015/2016, il primo biennio sarà a 40 ore, il secondo biennio e la 5° classe a 37.

In tutti gli anni si richiede un margine di flessibilità nell’organico con la stessa proporzione calcolata per il tempo scuola a 40 ore.
In tal senso, le attività previste non prevedono alcun aumento dell’organico di personale docente, ovvero si espletano mediante il consolidamento dell’organico di fatto all’ a.s. 2012/2013.
Per un approfondimento si consulti l’appendice 3:  “proiezione quinquennale delle risorse in organico”.

5. ORGANISMI DI SUPPORTO E SVILUPPO

Oltre all’organizzazione interna in organigramma scolastico la scuola si dota di un organismo di supporto sul modello del Comitato tecnico scientifico previsto per le scuole superiori: il Consiglio tecnico-scientifico.
Il Consiglio tecnico-scientifico:

  1. esprime il parere tecnico-scientifico sulla sperimentazione e sui relativi aggiornamenti annuali;
  2. formula proposte in funzione dei relativi aggiornamenti annuali;
  3. individua, su richiesta del Consiglio di istituto, le possibili linee evolutive della sperimentazione da proporre al Collegio docenti.

È composto da tre membri esterni e da due membri interni provenienti dell’Istituto Comprensivo. Per la designazione dei membri esterni il Dirigente individua un numero di candidati pari almeno al doppio del numero degli stessi, previo esperimento di forme di consultazione, definite preventivamente dal Consiglio di istituto, con la comunità territoriale e professionale di riferimento e degli enti pubblici e privati che operano nel settore della scuola nel Comune, nella Regione e sul territorio nazionale. Al pari per l’individuazione dei membri interni è il Collegio a indicare un numero di candidati pari almeno al doppio del numero degli stessi. Spetta al Consiglio di istituto scegliere tra i nomi indicati i cinque membri designati.
Con impegno di spesa su FIS, la scuola prevede percorsi di mentoring per gli insegnanti di nuova nomina supportati da insegnanti con esperienza pluriennale nella sperimentazione, l’introduzione della programmazione periodica per team già dalla scuola dell’infanzia.
Sono inoltre previsti percorsi di formazione in servizio focalizzati, per ciascun anno, su ambiti di interesse specifico individuati dal Collegio Docenti su parere del Consiglio Tecnico Scientifico.

6. PARTNERSHIP

La collaborazione tra la scuola e la Comunità locale ha un ruolo strategico nello sviluppo del progetto di sperimentazione.
Il “Patto per la scuola 2009/2014” definisce un quadro strutturato di rapporti e sinergie che permettono alla scuola di disporre di risorse per la gestione operativa della sperimentazione e garantire al Comune una offerta formativa con forte attenzione alla coesione sociale, integrazione di alunni con bisogni educativi speciali e alla risposta della domanda di tempo scuola richiesto dalle famiglie.
Costituiscono impegno per il Comune il sostegno al progetto l’adozione di materiale alternativo al libro di testo unico con la disponibilità di un operatore per i servizi di biblioteca scolastica e la gestione del pranzo nelle classi con il supporto al personale ausiliario per lo sporzionamento dei cibi, nonché l’impegno a supportare la scuola alla realizzazione di laboratori per l’orientamento attitudinale con interventi di formazione per i docenti e, in sussidiarietà, supporto al lavoro con gli studenti.

Allegato 4:  “Parere dell’Ente Locale di riferimento sulla sperimentazione”.

Al pari con la Regione Toscana si sta operando per garantire lo scambio tra docenti di scuole diverse al fine di attivare processi di valutazione congiunta degli esiti.

Allegato 5:  “Parere della Regione Toscana sulla sperimentazione“.

7. MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEGLI APPRENDIMENTI

La scuola dispone di una commissione autovalutazione di istituto che, per lo specifico della sperimentazione, già da questo anno ha attivato un progetto di monitoraggio sui seguenti oggetti:

  • continuità educativa con il prestito professionale
  • adozione di materiale alternativo al libro di testo unico
  • il tempo scuola
  • la programmazione e gestione della classe per team allargati
  • Il rimescolamento dei gruppi classe durante il corso dei 5 anni
  • Le routine (curricolo implicito)
  • La gestione del materiale comune in accordo con le famiglie.

Viene realizzato sul modello della ricerca qualitativa attraverso questionari, focus group e interviste a testimoni privilegiati, analisi dei materiali di programmazione dei team.  Sul modello della ricerca quantitativa rilevando dati in merito alla produzione dei materiali alternativi al libro di testo unico, alle ore di utilizzo del servizio biblioteca e, in particolare, agli esiti delle prove INVALSI che si cercherà di monitorare con il metodo del “valore aggiunto”.

I contenuti dei monitoraggi e della valutazione degli apprendimenti sono ricongiunti, sul piano strategico, alla congruità degli orientamenti e indicatori presentati negli allegati di cui al punto 2 “Obiettivi”.

8. DELIBERE E VALIDITÀ

L’impianto didattico sottostante la sperimentazione è stato approvato dal Collegio Docenti del 15 dicembre 2011, di seguito deliberato come richiesta di sperimentazione dal Consiglio di Istituto nella seduta del 2 aprile 2012.
La sperimentazione ha durata annuale e, salvo diversa indicazione del Collegio Docenti o degli Organi ministeriali competenti, si ritiene tacitamente rinnovata.




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